Lo Stato garantisca i cittadini

Dalla parte delle forze dell'ordine senza se e senza ma

di Francesco Nucara

Su tutti i quotidiani di domenica si poteva leggere: “Roma ferita”. Per noi, più che Roma, sono state ferite l’Italia e la democrazia.
Ad ascoltare, in una nota trasmissione televisiva, un giornalista della cosiddetta sinistra che afferma: “Il disastro romano è dovuto alle colpe delle forze dell’ordine”, non riusciamo nemmeno ad indignarci. A questo giornalista, come a tanti altri, consigliamo di rileggere Pasolini sulla “mitica battaglia” di Valle Giulia del 1968. Pasolini, in quella stupenda poesia, confutava le tesi ricorrenti dell’epoca. Secondo la sua analisi, dentro l’università a “tirare” i banchi sui poliziotti c’erano i figli della borghesia contro i figli della classe operaia. I “ragazzi” del ’68 hanno quasi tutti fatto la loro bella carriera universitaria, assurgendo al ruolo di professore. Altri hanno abbracciato la carriera giornalistica e magari, da “Lotta Continua”, sono andati a finire al “Corriere della Sera”. Potremmo dire di aver recuperato degli eversivi alla democrazia. E di ciò dovremmo essere e siamo soddisfatti. Tuttavia sarebbe il caso che quell’esperienza storica inducesse i media italiani ad una analisi del tutto diversa.
Se leggessimo qualche scritto dei democratici del 1920, come Giovanni Conti, Francesco Perri o Gaetano Salvemini, ci accorgeremmo di quanto la situazione socio-politica di oggi rimandi alla nascita del fascismo.
Certo, come è stato scritto, Berlusconi non è Mussolini, e Napolitano non è Vittorio Emanuele III. Possiamo citare Perri o Conti e non cambierebbe nulla, ma preferiamo citare Salvemini che, nel suo scritto, “La nevrastenia del dopoguerra”, così si esprimeva: “Nel pieno di questa generale inquietudine si infiltrarono i propagatori del bolscevismo che, predicando in favore di scioperi generali e locali, per l’occupazione delle fabbriche e della terra, per il sabotaggio e l’ostruzionismo, speravano di spianare il terreno per la ‘dittatura del proletariato’”. Speravano nella dittatura del proletariato e ci hanno regalato la dittatura fascista.
Alla luce dei fatti è molto facile arguire che la manifestazione di sabato non è stata spontanea, bensì perfettamente organizzata, da alcuni gruppi, per quello che poi è stato fatto. Certo, la maggior parte dei partecipanti voleva protestare pacificamente ma, se manca un indirizzo politico con relativa organizzazione politica, non può che succedere quello che è successo.
Non sappiamo dove stia con la testa Mario Draghi, quando afferma che i “ragazzi” hanno ragione a protestare. Qualcuno gli ha riferito che protestavano esattamente contro la Banca d’Italia e che fin da giovedì hanno tentato di assaltarla? Che brutta storia il giovanilismo, quando ci si avvia alla vecchiaia! Se protestavano contro la Banca d’Italia, il cui governatore è Mario Draghi, quest’ultimo faccia qualcosa per accontentare quei ragazzi “che hanno ragione”! A ciascuno il suo. Non tutte le colpe sono dei governi. E se un precario percepisce un emolumento di 7-800 euro mensili, ci si dica quanto percepiscono i dipendenti della Banca d’Italia e altresì quanto percepiscono di pensione, Draghi compreso. Forse ci accorgeremmo che la casta dei banchieri è molto più forte della casta dei politici.
Mentre i “turchi” assediano il fortino, dentro il fortino si litiga e si duella facilitando oggettivamente l’espugnazione della cittadella da parte dei “turchi”. Chi sono i “turchi”, oggi? Le banche, gli industriali e tutti coloro che ancora intendono beneficiare dello schema del voto politico di sessantottina memoria.
Noi stiamo, cari Draghi (scuola gesuitica) e Montezemolo (non sappiamo quale scuola), dalla parte delle forze dell’ordine. Dalla parte di poliziotti, carabinieri e finanzieri che lasciano bruciare i loro blindati senza poter reagire. Stiamo dalla parte di chi rischia la vita per 1.200 euro al mese.
Alemanno ha fatto bene a dare la solidarietà alla chiesa cattolica, e per essa al cardinale Vallini, dopo che sono stati compiuti atti vandalici a danno di simboli della religione cattolica.
Ricordiamo a questo proposito Mazzini che, nel corso della Repubblica Romana (1849), impedì che si usassero i confessionali delle chiese per costruire barricate.
Alemanno, però, deve dare solidarietà concreta ai cittadini, i cui negozi sono stati devastati: macchinari bancomat, distributori di benzina, negozi di generi alimentari, oreficerie, ecc, ecc. Come solidarietà concreta deve dare a coloro che hanno visto bruciare le proprie automobili. E il ministro La Russa prenda atto che non è in grado di garantire la sicurezza nemmeno agli uffici della difesa.
Dalla parte delle forze dell’ordine, quindi, senza se e senza ma.
I però li lasciamo ai fasi censori. Gli indignati siamo noi e siamo indignati contro i teppisti ma anche contro chi, nonostante abbia il compito di garantire la sicurezza dei cittadini, vergognosamente non garantisce l’incolumità che sarebbe necessaria, anche per far vedere che lo Stato esiste e che i cittadini vorrebbero manifestare pacificamente per poter reclamare i propri diritti.

Roma, 17 ottobre 2011

FOTO di Filippo Arena